Una nevicata a Ferragosto è di sicuro un evento raro ed inaspettato ma a volte gli eventi improbabili si verificano. In questi giorni, ma più in generale durante tutta la stagione estiva 2013, non è stato raro imbattersi in fenomeni di massa molto simili a precipitazioni nevose nelle campagne marchigiane; ma a veder bene, ciò che si infrangeva (sempre delicatamente, per carità) sul parabrezza delle auto in corsa non era acqua ghiacciata ma…farfalle! Non sono state rari, infatti, nei mesi di luglio e agosto, copiosissimi sfarfallamenti di bianche farfalle appartenenti alla specie Pieris brassicae (Cavolaie), lepidotteri molto comuni su tutto il territorio europeo che danno origine a 2 o più generazioni di individui fertili che, in condizioni climatiche molto favorevoli, sono composte da popolazioni con un numero molto elevato di individui.
Si assiste quindi a delle piccole migrazioni locali che vanno dai luoghi di sfarfallamento ai prati-pascoli ricchi di nettare, dove hanno modo di sbizzarrirsi con la spiritromba alla ricerca della loro vitale fonte di energia.
La piante nutrici del bruco di P.brassicae sono quelle appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae (Crucifere) come il Cavolfiore (da qui il nome comune di Cavolaia) ma anche Brassica napus (Colza) o Brassica rapa (Rapa) ossia le specie che colorano di giallo le campagne nei mesi di Maggio – Giugno; gli esemplari sfarfallati migrano dalle terre che ospitavano la vegetazione a Brassicaceae alla ricerca di nettare; nel mese di Agosto la fonte più comune della prelibata fonte zuccherina è rappresentata dai prati-pascoli di Medicago sativa (Erba medica), una delle rare distese erbose in fiore che si possono trovare durante la calura estiva nelle campagne planiziali, ed è lì che si addensano in migliaia di esemplari dando vita ad uno spettacolare effetto scenico: un cuscino bianco su un letto verde-viola.
Capita che nel loro tragitto, nuvole di fiocchi bianchi in migrazione attraversino le infuocate nervature catramate dei nostri territori e che sfiorino i parabrezza delle sfreccianti quattro ruote, ma no lo toccano; i moti d’aria aerodinamici li deviano lontano ancora prima che possano schiantarsi (pregi della leggerezza!).
Ma osservate bene: non sono fiocchi di neve.
© Tutti i diritti riservati – Stefano Properzi
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